Cosa ricordo di quegli anni

Annalisa Imbemba, corista di molti pezzi delle Mele Verdi (Woobinda, Il Cantagioco, La banda dei ranocchi, Ippo Tommaso, ecc...) ci racconta la sua esperienza nel gruppo e alcuni aneddoti interessanti.

Cosa ricordo di quegli anni………..
Veramente ricordavo poco, avevo in mente una serie di sprazzi di episodi senza capo né coda e addirittura avevo rimosso dalla mia mente alcuni visi. Sicuramente un ricordo generale controverso mischiato da sentimenti di gioa e dolore…. Perché dolore?? Eppure c’è stato anche quello…. Ma questa è una cosa che riprenderò più avanti. Mi reputo fortunata perché mi è stata data la possibilità di fare un’esperienza che non tutti i bambini fanno… entrare nel mondo della musica, conoscere una sala di registrazione, vedere come nasce un disco, scoprire un po' di trucchi del mestiere e perché no, conoscere qualche cantante come Roberto Vecchioni, Lino Toffolo e il compianto Ivan Graziani che aveva chiesto ai miei genitori se poteva prendermi come corista per un tour estivo, ma si era sentito rispondere di no perché, giustamente, ero troppo piccola (primo piccolo dolore).
Come è iniziata l'avventura nelle Mele Verdi? Una bella domenica mattina ero a messa e come sempre cantavo nel coro dei bambini e ad un certo punto vidi una piccola signora tutta riccia che mi stava a fianco e che allungava il collo… in verità mangiai la foglia perché Anna Scardovelli era già entrata nel coro e mi aveva avvisata che mi aveva segnalata. Finita la messa mi parlò e dopo il consenso dei miei genitori iniziò l’avventura delle Mele Verdi. Non entrai in un gruppo sconosciuto perché bene o male ci si conosceva. Eravamo tutte della stessa zona di Milano, frequentavamo l’oratorio e il coro della chiesa.
Ma la mia passione era Anna, bimba a cui ho voluto un sacco di bene, frizzante, intelligente e di buoni sentimenti…. e la cosa bella è che questo sentimento reciproco non si è assopito negli anni. Anche se la frequentazione non è stata mantenuta, quando ci siamo riviste, in un lampo ci siamo accorte che la confidenza era rimasta intatta…. Anna oggi è una donna impegnata con una famiglia meravigliosa ed è ancora un vulcano di donna. Cominciai così a registrare dischi e a partecipare agli spettacoli teatrali per bambini. Nel periodo della mia presenza nelle Mele Verdi, ricordata come “formazione di Woobinda” venne ingaggiato un giovane attore di teatro, Marino Campanaro, che ricordo essere un ragazzo molto dolce ed educato. Finite le prove degli spettacoli la sera ci radunava e ci accompagnava alla fermata del tram per non lasciarci andare a casa sole. Lo abbiamo incontrato di recente. Ora è un uomo di 63 anni, fa ancora teatro ed è dolce come allora………. e come allora “non ha la patente!” e vai di tram!!! Ho partecipato a due spettacoli, "Il pelo nell’uovo" e "Il Cantagioco". Il primo veniva fatto sporadicamente e non aveva una cadenza precisa o settimanale, come "Il Cantagioco" e "Melomania"; mi ricordo che c'era già Marino Campanaro e che una volta addirittura siamo andate in un teatro di Genova. Mariacristina mi diceva che si ricorda distintamente che io ero una pazza scatenata e negli spettacoli nei vari girotondi le facevo volare tutte. Era divertente ma era allo stesso modo stressante. Mitzi era una donna particolare, sapeva essere divertente ma non ti risparmiava le urlate; ti faceva ripetere le cose miliardi di volte. In altre occasioni era divertente e poliedrica e sicuramente una professionista attenta ai particolari. Aveva delle fisse che io condividevo; ad esempio, per quanto riguarda il canto, era fissata sulla pronuncia della "erre" e sulla chiusura delle frasi. Questo si nota molto bene nella canzone Andiamo a ballare dove Lino Toffolo (voce solista) trascinava le penultime vocali: “dai dai che cosa vuoi faaaaa', devi dormire e sognaaa'” mentre noi in coro chiudevamo le frasi con un bel “re” e quando non potevamo perché la frase era tronca, il “ballarrr” aveva la "erre" molto marcata. Ho notato che anche successivamente la cosa era stata mantenuta; ad esempio nel brano Spazio 12, Paolo (voce solista insieme a Stefania Mantelli) calca molto le "erre". Anche in C’era un vecchio Re... si può notare che l’ultimo “parapaponzi ah!” ha la “a” secca e non trascinata.



Mitzi curava i particolari e i controcori; vedi ad esempio i vari “ciu ciu ciu aaaaa” (Andiamo a ballare, ndr), in stile "Minnie Minoprio" o le campane della canzone Dormi dove ci chiedeva di realizzare un suono metallico: "Appiccicate la lingua all’ugola nelle “n” di "din don dan"  e vedrete che il suono sarà leggermente metallico!!!", ci diceva Mitzi. Ma come si fa a fare un suono metallico??!! Eppure se si ascolta la canzone, il suono metallico un po’ c’è. 

   

I cori con le voci alte (tipo soprano) venivano sempre registrati dalle stesse ragezze: io, Stefania Bruno, Maria Francesca Peroni e Maddalena Palladino. Ricordo distintamente che eravamo noi in Woobinda, Ippo Tommaso e La banda dei ranocchi; poi la pista contenente le nostre tre voci veniva duplicata, triplicata, ecc... e unita a quelle delle altre bimbe. Capitava che non tutte la canzoni fossero registrate da tutte quante insieme; a volte Mitzi sceglieva tre o quattro coriste e poi si duplicavano le voci (ecco perché mi è venuto il dubbio che la anche la canzone Centomila perché, incisa sullo stesso 45 giri di Andiamo a ballare, fosse delle Mele Verdi). La frase iniziale di Mitzi prima di ogni registrazione era: “Ragazze!! Umettatevi le labbra e sorridete e ricordate che siete delle professioniste!!!”… Grande e strana Mitzi…. e se per lei l'incisione andava bene ci segnalava dalla regia i suoi ok col pollice all’insù. In Woobinda, se si fa attenzione, Paolino interviene sempre con qualche secondo in ritardo; questo perché era veramente troppo piccolo, forse aveva appena 3 anni, e non capendo cosa doveva fare, la mamme gli diceva: “Paolo, quando mi vedi alzare il braccio, urla 'Aiutami'…… ok bravo, ora quando mi vedi alzare il braccio tu urla 'ma sbrigati', ecc...”. Se non ricordo male, lui non sentiva nemmeno la musica perché le cuffie le aveva Mitzi.
Ricordo che una volta a Natale Mitzi ci aveva regalato una bellissima tazza da colazione con piattino e con scritto (nel mio caso) “Buongiorno Annalisa”, ad ognuna il suo nome, con un disegno della Mela Verde, oggetto che ancora molte di noi tengono conservato, me compresa. Ricordo le feste fatte sul suo magnifico terrazzo dove lei sfoggiava una eccellente capacità culinaria; ma con il passare degli anni, iniziò per me il periodo meno bello…. Io cresceva e le forme fisiche aumentavano; si notava che non ero più piccola e per questo non mi sentivo a mio agio con gli altri bambini in teatro. Lasciai il coro all’alba della prima superiore con grande dolore. Si era chiuso così un capitolo della mia vita; era l'inizio dell’adolescenza, periodo chiaramente delicato, e questo rese la cosa per me ancor più difficile da affrontare. Tirai una riga e non ne volli sentire parlare mai più. Sparii completamente dalla vita di tutte le Mele Verdi e in 30 anni non sono stata capace di fare una telefonata a Mitzi. Ora ovviamente le cose sono diverse e rivisito tutta l'esperienza con molta molta tenerezza e giuro….. qualche telefonata a Mitzi la faccio.
Annalisa

 
Nota

Vedi anche l' intervista ad Annalisa.