Intervista a Sara e Claudia Cavaliere e Marzia Simionato


Realizzata dai Mauro Agnoli con la collaborazione di Lorenzo Bassi, Corrado Paganelli
e Francesco Piccardo (9 marzo 2003), pubblicata per la prima volta sul sito  Tivulandia.


Sara Cavaliere e Marzia Simionato sono nate nel 1970, Claudia Cavaliere nel 1971; hanno fatto parte del coro delle Mele Verdi tra il 1978 e il 1981.


Per voi Le Mele Verdi sono state la prima esperienza di tipo artistico?
Marzia – Io avevo fatto dei Caroselli per il Borotalco Robert, nel ruolo del neonato. Mi chiamavano Michelino. Verso il ‘70, ‘71. Gattonavo già. Ho ancora i Super8.

Come siete entrate nel gruppo Le Mele Verdi di Mitzi Amoroso?
Claudia – Sara era quella che recitava.

Sara – Noi cantavamo la domenica mattina alla dieci e mezza nel coretto dell’oratorio della Chiesa di piazza del Rosario. Da lì Mitzi probabilmente ha individuato alcune bambine. Ha incominciato a reclutare la Cristiana e la Roberta Frenati per il suo gruppo, che era già costituito da alcuni anni e che aveva appena fatto Woobinda. Dopo la Cristiana e la Roberta, dell’oratorio siamo entrate tutte insieme noi tre e la Elena. E poi,sempre dell’oratorio, c’era anche la Simona Luccini.

Il reclutamento come avveniva, cioè com’è che siete entrate in questo coro? Mitzi frequentava l’oratorio?
Sara – Lei non lo frequentava l’oratorio. Evidentemente Mitzi aveva chiesto semplicemente a Cristiana e Roberta se fossero interessate a cantare in un coro; io in particolare ero in classe con la Cristiana, poi eravamo tutte dell’oratorio e molto amiche, e allora abbiamo detto “perché no?”, e abbiamo fatto un piccolo provino.

Marzia – Queste amiche che ci hanno chiesto se volevamo entrare a far parte del coro. Siamo andate, mi ricordo benissimo, un pomeriggio a casa della Mitzi e ci ha fatto cantare: la scala delle note e poi una canzone tutte insieme. Lei ci ascoltava e poi ci ha detto “OK”.

Sara – Mi ricordo che eravamo belle timide. E dopo ci ha reclutate, tutte assieme. Ci ha prese tutte. E comunque c’era questo bacino che era il coretto dell’oratorio.



Tu, Claudia, per cosa sei stata scelta?
Claudia – Mitzi non ci poteva scegliere per delle doti particolari, perché eravamo troppo piccole per mostrarne.

Marzia – E poi non ci ha nemmeno chiesto delle prove particolari. Io mi ricordo solo la scala delle note, per vedere se eravamo intonate, e poi ci ha fatto cantare insieme.

Claudia – Probabilmente voleva vedere come stavamo in gruppo, se c’era un certo tipo di coinvolgimento. Bastava non essere stonati.

Marzia – Io devo esser sincera: all’interno comunque faceva delle scelte, ovviamente. Sara ha fatto delle parti anche da protagonista, io non ho mai avuto del ruoli principali. Anche in sala d’incisione mi ricordo che facevo quattro cose e basta.

Vi ricordate in che anno siete entrate nelle Mele Verdi?
Marzia – ‘78 sicuramente.

Sara – Io non mi ricordo... ‘77, ‘78, io e Marzia eravamo in terza elementare. Probabilmente siamo entrate alla fine del ‘78, non oltre. Siamo rimaste nel gruppo per tre anni. Abbiamo recitato per tre anni, durante i quali abbiamo portato in giro due spettacoli, prima "Il Cantagioco" per una stagione e poi "Melomania" per due stagioni. Recitavamo nei mesi invernali, quelli della scuola.

Avete fatto voi Il Cantagioco?
Sara – Noi non abbiamo inciso Il Cantagioco.

Claudia – Abbiamo solo recitato in quello spettacolo.

Marzia - L’hanno inciso i componenti precedenti.

Claudia – Sicuramente la Simona Luccini.

Sara - C’erano la Simona, la Stefania, la Anna Scardovelli, la Chiara,...

Marzia - ...le più grandi.

Sara – Il disco del Cantagioco era bellissimo, anche graficamente, con i testi delle canzoni. Non mi sembra però che avesse avuto diffusione, perché faceva parte dello spettacolo e veniva distribuito solo nelle scuole e agli spettacoli.

Claudia – Veniva distribuito nelle scuole e agli spettacoli. Le canzoni del Cantagioco non sono mai andate in televisione, erano canzoni dello spettacolo. Mi ricordo che c’era una canzone, Il Lupo Rimbambito, che piaceva a tutte.

Le quattro canzoni del Cantagioco erano di Mitzi Amoroso e Corrado Castellari?
Claudia - Penso di sì, di Mitzi sicuramente. [Tre canzoni sono firmate solo da Mitzi Amoroso, una da Mitzi Amoroso e G. Mescoli. Precedono di due anni circa la collaborazione fra Mitzi e Corrado, NdA]

Che ruoli avevate nello spettacolo del "Cantagioco"?
Claudia – In realtà non avevamo proprio dei ruoli precisi, come è stato con "Melomania". Si lavorava più a gruppi. In Melomania invece è stato diverso: c’è stata proprio l’assegnazione delle parti... eravamo cresciute un pochino di più.

Marzia – Nel "Cantagioco" più che altro si cantava...

Sara - ...e si ballava.

Claudia – L’intento era proprio quello di recitare mentre cantavamo, ma non avevamo ruoli particolari.

Portare uno spettacolo in giro cosa vuol dire? Quante rappresentazioni avete fatto? In quali città e con quale frequenza?
Sara – Noi recitavamo in due teatri. Per "Il Cantagioco" abbiamo recitato al Porta Romana, ma non mi ricordo la frequenza, forse una volta la settimana. Melomania è stato molto più ‘duro’, non tanto per noi, perché comunque era un gioco, quanto per le mamme, che ci dovevano accompagnare. Quindi probabilmente Melomania due volte la settimana e "Il Cantagioco" una volta. Poi c’erano delle giornate che recitavamo anche di mattina nelle scuole. Per Melomania facevamo martedì e giovedì, e qualche volta il sabato.

Il sabato sera?
Claudia – No, sempre nel pomeriggio, perché erano spettacoli per bambini e venivano le scuole.

Recitavate anche nelle scuole?
Claudia – Il Cantagioco più che altro si faceva nelle scuole, mentre poi, quando abbiamo iniziato con Melomania, c’era proprio il posto fisso in teatro per noi ....... una piccola mazzata!

Sara – Ma forse era al Porta Romana che avevamo un posto fisso...

Claudia – No, non mi ricordo...

Quindi si stava evolvendo l’attività teatrale?
Sara – Si stava crescendo, decisamente.

Marzia – Oltre a Milano, mi ricordo sicuramente Como, e nessuna altra città. Magari qualche scuola fuori Milano, ma qui intorno, non in altre città.

Più o meno, quante recite avete fatto con "Il Cantagioco" e "Melomania"? 
Claudia – Tante... dell’ordine delle centinaia.

Sara – Con una o due recite alla settimana!

Marzia – Ma per quanti mesi andavamo avanti?

Claudia – Quattro o cinque buoni.

Sara – Io mi ricordo l’inverno.

Claudia – Anche io, mi ricordo proprio che faceva freddo.

Mitzi dice che l’anno successivo ci fu lo spettacolo "Fichi e Fantasia". Voi lo ricordate?
Sara, Claudia, Marzia - No, niente.

Per quanto riguarda gli attori professionisti, chi c’era?
Sara - C’erano Raffaele Farina per "Melomania" e Martino Campanaro per "Il Cantagioco".



Un ricordo di questi due attori?
Sara – Il più timido era Martino

Claudia – Io me lo ricordo molto dolce, affettuoso, e molto equilibrato. Stare in mezzo a noi non era facile. Non eravamo casiniste, ma eravamo tante e loro dovevano gestire tutte queste bambine che, anche se dicevano due o tre parole a testa, rendevano la situazione un po’ difficile. Poi dovevamo dividerci gli ambienti. Ad esempio il camerino era un’unica stanza enorme e questi attori si truccavano in un piccolo ‘loculo’. Mi ricordo di Farina in particolare, che se ne stava in un angolino, mentre noi eravamo da un’altra parte dove c’erano i costumi, i materiali per la recita, e andavamo in giro a urlare “Dov’è questoooo?”, “Dov’è quellooo?”, “Quello è mio!”, “Nooo! Questo è mio!”. E quindi loro, poverini, non si trovavano certo in una situazione molto tranquilla per prepararsi.

Marzia – Però la divisa ce la portavamo ogni volta...

Sara – ...per forza! Le mamme ce la dovevano lavare. Mi ricordo di una maglietta a righe di un tessuto tipo acrilico lanoso, che ci faceva sudare tantissimo.

Claudia – L’altro costume era bello, quello che usavamo per il Cantagioco, con i pantaloni verdi e una maglietta bianca con la mela sopra.

 Cerchiamo di fare il punto su tutto quello che avete realizzato con Le Mele Verdi. Tra l’80 e l’81 uscirono i dischi La banda dei ranocchi/Ippo Tommaso e Belfy e Lillibit/Gli gnomi delle montagne.
Sara – Gli gnomi delle montagne è l’ultima canzone che abbiamo registrato. 

Marzia – Tra l’altro, quando lo abbiamo fatto, non c’era già più lo spettacolo... Invece abbiamo fatto Ippo Tommaso e La banda dei ranocchi insieme allo spettacolo.

In sala d’incisione eravate in formazione completa?
Claudia – Non mi sembra che ci fossimo tutte.

Marzia – Io sicuramente non le ho fatte tutte.

Claudia – Penso che Mitzi dovesse comunque scegliere un tot di persone da portare in sala d’incisione, non poteva portarci in quindici!

Marzia – Sceglieva le più brave, secondo me.

Claudia – In realtà non so neanche quanto Mitzi avesse captato di noi prese in gruppo, quali potevano essere migliori.

Sara – Se pensi a come non particolarmente intonata sono io, eppure io cantavo sempre.

Quanto ci voleva a registrare un pezzo?
Claudia – Tutto un pomeriggio ci voleva, solo per le voci, era tutto un prova e riprova. Non eravamo professioniste.

Sara – Io mi ricordo che si girava durante l’incisione. Provavi, c’erano 10 minuti in cui facevi un coro, poi si facevano altre prove con altre.

Claudia – Ognuna di noi in sala di incisione aveva delle parti, ci dividevano a seconda che una avesse voce da soprano, piuttosto che da contralto.

Mitzi aveva individuato quelle che potevano cantare o fare solo spettacoli?
Sara - Non c’erano delle nette divisioni, assolutamente...

Claudia - Ognuna di noi aveva un proprio ruolo. Lei non ha mai lasciato dietro nessuno, ha dato la stessa importanza a tutte dalla prima all’ultima. Magari a qualcuna poteva essersi affezionata maggiormente perché era nel gruppo da più tempo, ma solo per questo.

Avete conservato i 45 giri delle vostre canzoni?
Sara – Io e Claudia non abbiamo più niente perché abbiamo regalato tutto.

Marzia – Io ho ancora La Banda dei Ranocchi / Ippo Tommaso, e il doppio del Cantagioco.

Sara – Mi ricordo che nei grandi negozi di dischi, allora forse c’era solo la Ricordi, non trovavamo le nostre canzoni. Me lo ricordo perché andavo a cercarle.

Marzia, ti ricordi a quali registrazioni delle quattro sigle hai partecipato?
Marzia – Non a tutte, sicuramente ero ne Gli gnomi delle montagne, per le altre tre non mi ricordo. Penso anche La banda dei ranocchi. Voi vi ricordate?

Claudia – Io c’ero, ma non so se c’eri tu.

Marzia – E forse anche Ippo Tommaso, ma non devo aver cantato un granché perché non me lo ricordo molto.

Forse Marzia hai cantato anche in Belfy e Lillibit, dal momento che è il retro degli Gli gnomi delle montagne?
Claudia – Non penso che le abbiamo registrate lo stesso giorno. Ci mettevamo tanto a fare un pezzo.

Marzia – Io Belfy e Lillibit non me la ricordo.

Avete mai cantato queste canzoni dal vivo? Erano sempre in playblack?
Claudia – In playback. Negli anni ’80 non si usava cantare dal vivo.

Marzia – Tant’é vero che durante gli spettacoli Mitzi ogni tanto ci sgridava e ci esortava a cantare.

Sara – E poi ci diceva sempre di sorridere. Lei stava proprio dietro le quinte e ci faceva a tutti il segno di sorridere

Claudia - Lei era sempre sotto che si agitava.

Tu Claudia come hai partecipato a questi pezzi? Hai fatto soli i cori o anche qualche cosa di particolare? Se non sbaglio, hai fatto anche i controcanti.
Claudia – Sì, ero la più piccolina che faceva i controcanti, ma non sono mai stata voce solista. C’è stata un’occasione in cui potevo essere solista in Ippo Tommaso. Avrei dovuto dire il verso “Ospita un amico che senza complimenti trasloca tra i suoi denti”. Io però ai tempi avevo la erre moscissima e mi si arrotava la lingua e sputacchiavo... (ride)... e hanno detto: “Ma sì, lo fa la Roberta!”.

Marzia – La vera star era Sara.

Claudia – Io non mi ricordavo recitasse così bene.

Sara – Io ho cantato Gli gnomi delle montagne.

Claudia – Ancora adesso quando la sento, dico: “Toglietelo quel pezzo, è tutto stonato”.

Sara - Io non sono particolarmente intonata, però l’ho fatto. E tu sei solo invidiosa.

(ridono)

Sara, ti ricordi del momento quando hai cantato Gli gnomi delle montagne?
Sara – Sì, mi ricordo benissimo quando Mitzi mi ha detto “Tu devi provare a fare questa canzone”. Mi sembra che avesse provato prima a cantare qualcun’altra, penso la Cristiana. Poi, in un secondo tempo, mi ha chiamato e mi ha detto “Vuoi provarla tu?”, e io naturalmente “Sì”. Francamente però avete sentito anche voi il risultato, vi sarete accorti che non è estremamente intonata, è di una voce nasale.

Ne Gli gnomi delle montagne c’era più di un solista, era un po’ un dialogo.
Marzia, Claudia, Sara – Sì, era un coretto.

Sara - Corrado domandava “Uno gnomo sai cos’è?” e poi Paolo rispondeva “Cos’è?”. Io invece cantavo “Gli gnomi delle montagne”

Claudia – E noi “Alti?”

Sara – “Tre soldi e due spanne”

Claudia – “Le case?”

Sara – “Di microcastagne, e quando piove, ogni goccia a loro sembra una doccia ed un sassetto una roccia.”

Marzia – Ecco, io facevo parte di questo coretto: “Alti? Le case?”

Claudia – Quello che faceva “ye-ye-ye-ye-ye-ye” era Paolo. Queste che abbiamo proprio registrato noi ce le ricordiamo bene

In quale studio avete registrato?
Claudia – Eravamo sui Navigli.

Sara – Mi ricordo anche di uno studio dietro piazza Buonarroti. Ma non so dove abbiamo registrato La banda dei ranocchi e dove Gli gnomi delle montagne.

Passiamo alle apparizioni televisive: quali avete fatto?
Marzia – Sicuramente Canale 58 (ora Canale 5), me lo ricordo benissimo, e Antenna Nord (ora Italia 1).

Claudia – E forse un Antenna 3...

Sara – ...e qualcosa su Telelombardia.

Marzia – Di preciso non ci ricordiamo cosa abbiamo fatto...

Ad Antenna 3 forse qualche cosa con Renzo Villa.
Sara – Bravo, con Renzo Villa!

Claudia – Io mi ricordo La banda dei ranocchi al Trenino su RAI2. Quella giornata è stata lunghissima, per una registrazione di 5 minuti ma neanche, abbiamo trascorso lì tutto il giorno. Siamo arrivate la mattina, ma alla fine abbiamo registrato alle 6 del pomeriggio, perché c’era Don Lurio che aveva tenuto occupata la sala tutto il giorno per fare un ballettino, e noi siamo state messe ad aspettare in un’altra auletta. C’era Paolo Turchi che stava facendo un balletto con la Carmen Russo negli studi della RAI, e noi che dicevamo “siamo ballerine anche noi!” e lui dolcissimo ha detto “dai fateci vedere come fate”...

Marzia – Mi sa che avevamo fatto anche una canzone del Cantagioco. E poi siamo state anche alla Terrazza Martini, in cima alla torre Velasca a Milano, per l’inaugurazione di qualche cosa; c’era un rinfresco, una merenda, in cui eravamo ospiti. [Si trattava di un cocktail di presentazione durante il quale Mitzi ha descritto al pubblico le sue attività più recenti. L'evento fu recensito da alcuni articoli dei giornali del 1980. ndr]

Claudia – Eravamo famose veramente!

Quindi per voi entrare in sala di incisione, piuttosto che essere ospiti in televisione o alla Terrazza Martini, o fare uno spettacolo, faceva parte di questo gioco di stare in gruppo? All’epoca, essendo bambine, non percepivate tutto questo come un qualcosa di diverso, per voi era un flusso continuo?
Sara – Sì, certo. Poi, ti ripeto, la maggior parte di noi proveniva dallo stesso oratorio dove ci incontravamo comunque tutti i giorni per giocare. Quindi fare una recita o una canzone significava giocare lì piuttosto che all’oratorio, un po’ più impegnativo certamente perché recitavi, però bellissimo e divertente.

Marzia, un ricordo di Mitzi Amoroso?
Marzia – Mitzi Amoroso era viscerale, in tutte le sue manifestazioni, sia quando era arrabbiata, sia quando era contenta, era proprio calorosa e viscerale.

Ti ha mai sgridata?
Marzia – Non ho un ricordo preciso, quindi non penso. Delle sgridate generali le faceva.

Claudia – Non sgridava mai una persona in particolare.

Marzia – Me lo ricorderei perché in quel periodo ero proprio timida.

Per lei però era un lavoro serio e voleva arrivare ad un certo risultato. O no?
Claudia – Sì, però a noi non lo ha mai fatto pesare.

Marzia – Ci faceva lavorare, mi ricordo le prove, le canzoni, le parti, però senza farcele pesare.

Un ricordo di Corrado Castellari?
Marzia – Era un attore?

No... un musicista...
(ridono tutti)

Sara, un ricordo di Mitzi e Castellari?
Sara – Come diceva Marzia, Mitzi era un tipo passionale. Se si arrabbiava, si arrabbiava, se era contenta, era contenta. Mostrava tranquillamente i suoi stati emotivi, non li celava mai. Di Castellari ricordo che veniva per farci sentire le canzoni da incidere, e poi era presente in sala d’incisione; non lo ricordo in altri contesti. Negli spettacoli non c’era.

Claudia – Io invece mi ricordo bene di Castellari, perché ai tempi io ritenevo di essere molto brava a cantare, e lui più di una volta mi ha dato consigli e mi ha aiutata. Mi piaceva perché mi aiutava. Lui coordinava tutto il lavoro, diceva “questo gruppo deve fare le voci alti”, “questo gruppo deve questo”, “questo gruppo deve fare quest’altro”, “poi tutte insieme facciamo questo pezzettino”. Le sigle si realizzavano a pezzettini, come sempre, registrando su più tracce. In particolare, lui sceglieva chi doveva fare le sovraincisioni. Infatti le sovraincisioni venivano fatte solo da alcune persone, non da tutti, perché molto spesso i controcanti erano molto alti, c’erano dei falsettini pazzeschi. E mi ricordo che lui mi diceva “no, no, anche tu lo devi fare”, quindi io ero molto orgogliosa. La Mitzi invece diceva “ma no, la Claudia no, la Claudia è piccola”, e io “lo voglio fare, lo voglio fare”, e lui mi appoggiava sempre in questa cosa. Infatti io mi sento nei controcanti.

Cosa vi ha lasciato Mitzi da un punto di vista artistico? Lei faceva i pezzi e ci metteva un certo tipo di emozione e sentimento. Che tipo di sentimento è secondo voi? Cosa vi lascia?
Marzia – A me i testi piacciono molto. Allora magari non te ne rendevi conto, però rivederli adesso mi ha fatto piacere. Divertenti ed educativi allo stesso tempo.

Claudia – Comunque eravamo molto avanti. Mitzi era proiettata molto in avanti col Cantagioco che faceva fare il karaoke.

Sara - E la stessa cosa per le canzoni che sono davvero ancora belle.

Marzia – Sicuramente Mitzi ci ha trasmesso un amore per la canzone e per il teatro. Chiaramente poi intervengono anche le famiglie e l’educazione ricevuta, però questa cosa del cantar sempre, in ogni occasione, da sole, in motorino, in compagnia, come il gusto di andare a teatro, secondo me è nata anche da lì. Soprattutto per il canto. Noi abbiamo sempre cantato tantissimo.

Claudia – Eravamo già fortunate perché, frequentando l’oratorio, cresci in gruppo. Non so quante bambine della nostra età hanno avuto la fortuna di crescere in gruppo così. Non mi ricordo litigate.

Sara - Noi a posteriori abbiamo sempre detto che per noi è stata una fortuna, proprio perché ci potevamo divertire giocando.



Tornando alle sigle che avete inciso, che effetto vi fa sapere che ci sono tante persone di quella generazione che le ricordano ancora oggi?
Marzia – Io no lo sapevo che fossero così tanti.

Sara – Per me siete pazzi (ride).

Claudia – Io devo dire che non ci siete soltanto voi. Dove sono andata a lavorare adesso ci sono dei ragazzi di 28, 29 anni. Un giorno uno di loro si stava ascoltando La Banda dei Ranocchi, e io sono scoppiata a ridere. Ha addirittura il mouse a forma di rana. Lo guardavo e dicevo “Ma cosa stai facendo?”. E lui “Ah! senti questa, è bellissima!”, “Guarda lo so, l’ho fatta io”, e gli ho dovuto fare l’autografo: si è messo in ginocchio, mi rincorreva, “Ma tu sei matto!? Luca, alzati, ti prego”, “No, no fammi l’autografo”...

Sara – Comunque anche a me è successa in Sardegna una cosa del genere.

Claudia - Ci è successo parecchie volte.

Marzia – Anche a una festa. Ti ricordi?

Sara - L’anno scorso ad una festa io e Marzia, non so come è saltato fuori... l’avremo detto noi. Ogni tanto lo tiriamo fuori come discorso.

A riprova che queste canzoni sono rimaste in quella generazione.
Sara – Evidentemente sì, perché non una sola persona, ma tante ci parlano delle Mele Verdi.

Claudia - Ma noi pensavamo fosse una cosa del nostro quartiere.

Ma voi all’epoca sapevate che c’erano i cartoni in televisione? Avevate capito che venivano trasmessi in tutta Italia?
Claudia – Per noi era normale: tutti sapevano che eravamo nelle Mele Verdi e non ci è mai interessato andare oltre alla cerchia dei nostri amici. Avevamo fatto delle canzoncine, e ci divertivamo. Quando adesso qualcuno lo scopre e ci dice “ah, bellissimo quel pezzo”, mi lascia sempre incredula.

Marzia – Io non avrei pensato di ritrovarmi qua oggi per essere intervistata.

E che effetto vi fa sapere che queste quattro canzoni sono entrate nell’immaginario collettivo? C’è gente che ancora oggi le ascolta...
Sara, Marzia, Claudia ridono

Claudia – Corrado (Paganelli) ha ragione però, tu vuoi essere insultato (ride). Per noi quelle canzoni rimangono comunque i nostri ricordi, le immagini di vederci tutte lì davanti al microfono, piuttosto che entrare per la prima volta in una sala discografica e vedere questo tappeto di tastini da schiacciare, tutto moquettato,... era bellissimo. Oltre a tutto questo, nient’altro.

Quante erano Le Mele Verdi? 
Sara – Dodici, tredici.

Marzia – Poi c’è stato qualche cambiamento. Quando è arrivata la Laura, forse se ne è andata la Simona Luccini o la Cristiana...

Claudia – Poi la formazione è completamente cambiata, ma perché noi eravamo ormai grandicelle.

Dopo di voi ci deve essere stato un momento di pausa in cui Mitzi ha riconsiderato un po’ tutto e ha cambiato completamente formazione. Altrimenti non si capisce come mai sia rimasta solamente una ragazza, Stefania Bruno, della formazione precedente.
Sara – Io non mi ricordo come è finita...

Claudia – Eravamo cresciute e si era concluso il ciclo.

Sara – Probabilmente era finito lo spettaclo...

Claudia - ...ed è ricominciato con altre persone.

Sara – Bisognerebbe chiedere ai genitori che si sicuramente si ricordano di più. Noi eravamo bambine.

Voi avete cambiato anche scuola? Siete passate alle medie?
Sara – Io, Marzia e Cristiana, sì.

Marzia – Io mi ricordo questo cambiamento legato anche al cambiamento di scuola. Perché comunque a volte ci assentavamo da scuola, per cui alle medie era più difficile. Invece alle elementari potevamo assentarci delle mattine intere per fare spettacoli in altre scuole.

Può essere che i genitori abbiano deciso per lo studio.
Sara – Non credo. I nostri genitori ci hanno sempre incoraggiate. Comunque è vero che era impegnativo, anche per loro. Insomma, portarci due pomeriggi alla settimana dalle 2 alle 6, perché tanto era l’impegno, era un po’ pesantino.

Claudia – Poi per noi era un’attività extrascolastica, più che altro. Io e Sara facevamo tanti tipi di attività sportive, tennis, nuoto, danza classica, per cui non avevamo solo quello da fare, e quindi è stato abbastanza normale lasciare. Non vedevamo nulla di speciale in quello che si faceva, nel cantare, perché facevamo parte di un gruppo dove lo facevamo tutte.

Marzia – Gli amici erano contenti. Son venuti a vederci...

Claudia – Son venuti a vederci ridendo come dei pazzi e noi ci vergognavamo.

Marzia – Pensa a una bambina vestita da Mr.Proteina davanti ai compagni di classe!

Sara – Però son venuti tutti.

Claudia – Son venuti, ma ci prendevano in giro, piuttosto che dirci “Guarda che brave”. Urlavano “Ma guarda come è conciata” e ridevano, e noi ci vergognavamo in realtà.

Tra voi del gruppo c’era rivalità?
Sara, Marzia, Claudia – Solo amicizia!

Sara - Eravamo troppo piccole per essere rivali. Per noi era veramente un gioco.

Marzia – C’era un’atmosfera veramente familiare. I nostri stessi genitori avevano legato con Mitzi.

Claudia – Si cercava sempre di aiutarsi. I genitori poi vedevano noi che eravamo sempre molto contente e molto allegre. Mitzi ha sempre fatto in modo di mantenere questo ambiente molto sano, molto naturale.

Grazie alle Mele Verdi, Marzia, quali qualità pensi di aver acquisito?
Marzia - Più che altro il carattere, perché io ero timidissima da piccola, non parlavo, e a me è servito moltissimo per tirarmi fuori. Mi ha aiutato moltissimo.

Dopo Le Mele Verdi, Sara e Marzia, avete smesso ogni attività artistica, mentre tu, Claudia, hai continuato. Come?
Claudia – Io ho ripreso per caso perché alle superiori avevo un compagno che faceva musica di professione. Un giorno ad un matrimonio di un compagno di scuola mi dice “Guarda il mio gruppo sta cercando un cantante” e io gli rispondo “Vengo Io”, ma scherzando, perché gli stavo raccontando che avevo fatto un provino per Grease, il musical teatrale, che mi ero divertita come una matta, ma che mi ero presentata quando orami avevano finito le cose. Ero molto soddisfatta perché avevo fatto il provino, che era andato anche benino, ma non tanto da essere presa. Mentre gli stavo raccontando questa vicenda, ha incominciato “Dai vieni a provare nel nostro gruppo”, e allora ho incominciato a fare rock, poi soul, poi jaz per i locali. E adesso partecipo con alcune case di produzioni musicali, insegno canto. Se c’è qualche ragazzo che ha fatto la scuola di Mogol e ha bisogno di un interprete per un suo pezzo, io glielo canto.

L’esperienza con Mitzi e Le Mele Verdi ti è servita in questo senso?
Claudia – Beh, quella è servita a tutti. Ci facevamo abbastanza forza l’una dell’altra. Vedendo che l’amica, piuttosto che la sorella, era tranquilla, pensavamo “OK, lo posso fare anch’io”. Eravamo molto timide, ma molto tranquille, perché c’era molto gioco di gruppo. E questa cosa penso si sia mantenuta. Ci ha tirato fuori anche molta grinta tutto sommato. Io comeMarzia ero timidissima, e invece ancora adesso sto sui palchi.

Hai superato la timidezza?
Claudia – No, in realtà non l’ho superata.

Pensate che oggi sarebbe riproponibile l’esperienza delle Mele Verdi?
Claudia – Adesso penso che sarebbe diverso. Se dici a una bambina di otto anni di fare questa cosa, probabilmente già si vede velina. Lì invece era tutto un mondo inesplorato. Per noi era un gioco.

Sara – Tant’è vero che nessuna di noi ha continuato. Di tutto il gruppo, Claudia è andata un po’ avanti o comunque ha coltivato il canto, la Stefania Bruno ha fatto qualcosa...

Claudia - ...e la Scardovelli recita. Sapevo che ha fatto scuola di Teatro.

A proposito di veline e bambine di oggi, pensate sia meglio adesso o prima?
Claudia – Non sappiamo come sia ora. Penso che loro si divertano in un altro modo. Secondo me noi ci siamo divertite tantissimo, e a me personalmente è andato bene quello che abbiamo fatto ai tempi. Probabilmente adesso io rimarrei indietro, perché non avrei assolutamente intenzione di scontrarmi con ragazzine che vogliono a tutti costi arrivare a qualcosa. A me andava bene così. Penso che a noi andasse bene per tirare fuori il nostro carattere, perché era una cosa educativa, perché era un’esperienza con la quale si cresceva insieme. Ora è proprio cambiata la concezione, ma non direi che è meglio o peggio.

Sara - Secondo me è molto peggio adesso.

Claudia – Adesso cominciano già con quella priorità. Se fanno questa cosa a otto anni è perché vogliono arrivare a qualcosa sicuramente. Noi no. Probabilmente le bambine che si presentano in televisione oggi non hanno l’ingenuità che avevamo noi. Io vorrei vedere qual è la bambina che a otto, nove anni si mette il costume di Madama Grassi! Qua vogliono far vedere tutte le curve, mentre a noi, più che nasconderci, non hanno fatto.

Marzia – E infatti quando venivano a vederci i ragazzini, noi ci vergognavamo.

Claudia - Io continuo a scherzare della mia goffaggine perché sono cresciuta così. E’ un modo di prendermi in giro che probabilmente quell’esperienza mi ha insegnato. Adesso una ragazzina, con un carattere simile a come potevo essere io ai tempi, non farebbe niente, perché c’è troppa aggressività, bisogna darsi un po’ di spintoni. Adesso anche le dodicenni vanno a Sanremo e hanno fuori la pancia.

Marzia – E infatti i nostri genitori erano contenti perché avevano visto che era una cosa molto bella, molto pulita, da gioco.

Claudia - Ce l’han fatta vivere da gioco ed è rimasta gioco. Tanto che, quando sono arrivate le nuove ragazze, che io alcune ho visto, erano molto più... Io, che lo facevo già da tre anni, mi sono vista queste bambine “Ah, so tutto io”, “So fare”, “Guarda, ta ta ta ta ta”. Si vedeva anche dal modo in cui si muovevano che le nuove Mele Verdi erano diverse da noi. Lì sicuramente c’era stata una selezione, perché mi ricordo che la Mitzi aveva messo un articolo sul giornale, dove diceva che cercava delle ragazzine per costituire un nuovo gruppo. Quindi in quella occasione c’era stata una selezione vera e propria, cosa che non è avvenuta per noi.